martedì 2 aprile 2024

LAVORI IN APIARIO AD APRILE

Con l’arrivo del mese di aprile per noi apicoltori termina definitivamente il periodo dell’osservazione ed inizia, a spron battuto, il momento dell’azione. Aprile segna il vero debutto della stagione apistica e rappresenta allo stesso tempo il periodo chiave della stessa poiché il nostro comportamento in questa fase sarà in grado di influenzare nel bene e/o nel male tutto il proseguo della stagione.

Le api che hanno guidato la transizione invernale sono ormai state completamente rimpiazzate dalle giovani operaie che garantiranno la forza lavoro al momento delle prime grandi e importanti fioriture mellifere. Le nostre visite in apiario dovranno avere come scopo principale quello di identificare le famiglie più forti: se per l’invernamento avessimo ristretto, il nido è questo il momento propizio per iniziare a ridargli spazio aggiungendo uno o due telaini con foglio cereo così che le giovani operaie possano dar lavoro alle loro ghiandole ceripare desiderose, come non mai, in questo periodo della stagione di dar sfogo alla loro attività.

Allo stesso tempo questa nuova cera fresca e vergine costituirà un rifugio ideale nel quale potranno crescere le giovani larve. Inoltre, più daremo lavoro alle giovani ceraiole più loro, rimanendo occupate, rimanderanno l’entrata della famiglia in febbre sciamatoria. Quando lo sviluppo del nido sarà stato completato e tutti i favi saranno presidiati, senza dubbio, è giunto il momento di aggiungere il primo melario. La scelta di questo momento va però ponderata con molta saggezza e sarà solo la nostra esperienza a guidare il nostro istinto affinché questa operazione sia fatta nel periodo propizio. La posa del melario, infatti, se eseguita in prossimità di un possibile ritorno di freddo potrebbe determinare un raffreddamento della covata con successivo rallentamento dello sviluppo della colonia nonché il rischio di comprometterne la sua stabilità. Un piccolo trucco per ovviare a questo possibile e temibile inconveniente consiste nel frapporre un foglio di giornale fra il nido e il melario così che saranno le stesse api a stabilire quando è il momento ideale per salire a melario facendosi strada attraverso l’eliminazione del foglio di giornale.

Aprile è anche il momento in cui le nostre api si preparano per dare avvio alle sciamature e quindi, uno dei nostri compiti principali sarà proprio, in questo periodo, quello di mettere in pratica tutte le manovre di contrasto per impedire che ciò avvenga. Se si susseguono due o più giorni di pioggia spesso alla ricomparsa del sole sarà possibile vedere lo sciame levarsi in volo se, in precedenza, non avevamo messo in atto tutte le misure idonee a scongiurare questa eventualità. Se per un qualsiasi motivo non disponessimo del tempo necessario per riuscire a sorvegliare correttamente i nostri alveari al fine di mettere in pratica tutte quelle tecniche di cui siamo in possesso utili per contenere la sciamatura, allora potremmo posizionare arnie esca che attireranno al loro interno non solo i nostri sciami ma con buona probabilità anche sciami provenienti da altri apiari. Per rendere più attraenti le nostre arnie esca non esitiamo a mettere al loro interno della propoli, della cera fusa alla fiamma e dei pezzi di vecchi favi che hanno contenuto in passato della covata.


Se non l’avessimo ancora fatto provvediamo con solerzia a riaprire a pieno volume le porticine di volo che avevamo ristretto il precedente autunno così che le bottinatrici possano entrare e uscire senza alcun ostacolo. Teniamo pulito il terreno sottostante agli alveari per impedire che le sterpaglie in crescita possano costituire un fastidioso ingombro e diminuire l’aereazione nel nido creando umidità, acerrima nemica di un ambiente salubre all’interno dell’alveare. Nel caso in cui avessimo l’apiario in prossimità di campi di colza non dimentichiamoci di raccogliere il miele alla fine della fioritura per non correre il rischio di ritrovarcelo cristallizzato all’interno dei favi.

Con il meteo dalla nostra parte, con alle spalle un buon lavoro e con il prezioso aiuto delle nostre operaie volanti possiamo finalmente sperare che alle nostre porte bussi la stagione del grande riscatto.



 

 

martedì 5 marzo 2024

APITERAPIA

 

In questo libro l’autore, medico per vocazione e apicoltore per passione, vuole condurvi alla ricerca dei benefici comprovati che generano i prodotti dell’alveare i quali rivestono un ruolo importante nell’ambito della medicina naturale e della nostra vita quotidiana. Il manoscritto ci indirizza verso una corretta conoscenza di tali sostanze aiutandoci a distinguere il vero dal falso così da poter utilizzare, in consapevole sicurezza, questi elementi capaci di influire positivamente su tutti i campi del benessere: forma, salute fisica, sanità mentale e bellezza.

Miele, polline, pane d’api, gelatina reale, propoli e cera, splendide essenze prodotte dall’instancabile lavoro delle api, sono in grado di sedurci per le loro qualità dietetiche, gustative e medicinali e si trovano in commercio, ormai, ovunque. Il loro impiego empirico, che risale a molti secoli fa, è da ricondurre alla loro composizione ricca in elementi antimicrobici e antiossidanti. Grazie al progresso della chimica e della farmacologia oggi siamo in grado di conoscere con maggior certezza queste utili sostanze e comprendere le modalità attraverso le quali esse agiscono determinando sicuri vantaggi per la nostra salute. Alcuni dei loro benefici sono accertati e si sono dimostrati particolarmente utili per la cura e la prevenzione di diverse malattie, più spesso benigne, altri sono ancora in fase di studio e in attesa di certificazione.

. È questo, per esempio, il caso del veleno d’api che grazie alle molecole chimiche da cui è composto ha aperto delle prospettive inaspettate e molto interessanti per la cura delle malattie reumatiche e neurologiche anche gravi. L’apiterapia (scienza della cura attraverso l’utilizzo dei prodotti dell’alveare) è attualmente oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche, ma allo stesso tempo anche di innumerevoli comunicazioni poco controllate che potrebbero causare l’insorgenza di speranze disattese a carico di tutti quei malati affetti da serie patologie cronico-evolutive. Questo è il motivo per il quale il libro si propone di portare il lettore a una conoscenza ragionata e ragionevole di questa branca della medicina alternativa, stimolandolo, nel frattempo, a portare sulla propria tavola i meravigliosi prodotti dell’alveare perché, comunque, un loro uso regolare e corretto integra e armonizza la nostra dieta regalandoci un prezioso stato fisico e mentale capace di garantire quel giusto grado di benessere necessario a una sana ed equilibrata omeostasi corporea.