Vi parlerò della lesione del carapace della mia tartaruga nella speranza, che chi, come me, possieda una tartaruga alla quale disgraziatamente e maldestramente venga rotto il guscio sappia come comportarsi.
Introdurrò l'argomento non senza esimermi dall'esordire con una marcata nota polemica. Di fronte ad una grave lesione del guscio della tartaruga il primo problema da porsi è quello di trovare un veterinario che sia in grado di trattare correttamente il rettile. Questo mi è riuscito direi fortunatamente con una ricerca in internet, che mi ha permesso di trovarne uno sicuramente preparato in materia, ma sicuramente scorretto sia professionalmente che umanamente. Che fare? Non c'è una gran scelta, anche perchè l'animale è molto sofferente, probabilmente in pericolo di vita e non vi è molto tempo da perdere. Devi accettare anche se l'impressione che ti desta il veterinario è pessima e ti verrebbe la voglia più che di affidare alla sue cure la tua tartaruga di spaccargli quel carapace che gli ricopre il melone per vedere se dentro ha il cervello oppure l'ha scordato su faces book. Il primo approccio del professionista non è in considerazione dello stato di salute della tarta, ma relativo esclusivamente alla monetizzazione che avrebbe comportato la visita dell'animaletto. Ben 270,00€ o qualche cosa in più. Tengo a precisare che una tartaruga costa sui 100,00€ e mi sarebbe venuto forse molto più comodo rompergli sulla testa la mia, in un disperato tentativo di eutanasia, e correre a comprarne una nuova. La mia tarta condivide il mio giardino con me da ben più di 35 anni fin da quando, giovane studente di medicina, nei mesi estivi e caldi mi recavo lì a studiare anatomia, patologia medica ect ect. Avrebbe persino potuto accompagnarmi alla laurea........ La prima considerazione è: quanto vale la mia professionalità di medico, che ha impiegato sei anni della sua vita per laurearsi in medicina e chirurgia, altri cinque per specializzarsi in ortopedia e traumatologia e altri due per specializzarsi all'Università di Montpellier in patologie chirurgicale de la main e du membre superieur? La mia parcella per una visita non è nemmeno la metà di quella richiestami per la visita della tartaruga!!! Specificato il costo della visita e trattata la tarta mi propone le soluzioni. Lasciarla guarire così non se ne parla nemmeno, se non avessi accettato il 2° trattamento ( quello chirurgico) me la avrebbe soppressa. Per cui ecco che da bravo monetizzatore mi propone le due soluzioni chirurgiche. La prima un semplice courettage ( praticamente pulirla sotto al guscio e lasciarla così) al costo di ben 400,00€ o giù di lì, la seconda oltre al courettage la osteosintesi ( riparazione del guscio) a ben 600,00€. Nel frattempo mi imposta una terapia antibiotica e reidratante ( insegandomi a fare le iniezioni intramuscolo e sottocute) per preparare la tarta all'intervento. Qui in seguito per onore di cronaca vi espongo fattura e preventivo a testimonianza di quanto detto. Dopo di che vi parlerò dell'esperienza acquisita, anche grazie al veterinario, per curare nel modo più corretto una tartaruga a cui venisse rorro il guscio.
La prima cosa da fare se ad una tarta viene rotto il carapace è quella di prenderla, riporla in un catino e con dell'acqua calda/tiepida, una spazzola e del Betadine lavarle molto accuratamente il guscio, fino a toglierle tutta la terra e le altre impurità che potrebbero contenere materiale infettante e non permetterebbero una guarigione della tartaruga. Poi si prende un siringone da 100cc lo si riempe di fisiologica e soluzione saponosa di ammonio quaternario ( savlon o affini) se non lo si trova va bene anche il Betadine. Si spezza l'ago della siringa alla sua base così che il getto di soluzione all'uscita abbia una buona pressione e si " spara" il liquido all'interno della lesione in senso cranio caudale (testa coda) avendo cura di mantenere l'animale in posizione verticale in modo che la fisiologica e le eventuali impurità fuoriescano dalla parte posteriore del guscio. Questi lavaggi vanno eseguiti quotidianamente per almeno 30 giorni. Dopo il lavaggio ( asciugare il guscio) posizionare sulla parte di guscio dove vi è la lesione una garza di Betadine e ricoprirla con una garza sterile, quindi effettuare un bendaggio (con benda elastica) contenitivo. E' ovvio che il rettile se viveva in ambiente aperto, durante tutto il periodo di cure va tenuto in casa, in un grande cartone con una lampada accesa per più ore al giorno che lo possa tenere al caldo.
Nello stesso tempo va instaurata una terapia antibiotica con Baytril al 5% ( flacone da 50 ml). Per la mia tartaruga che pesa 2,5 Kg la diluizione è 0,18 ml portando a 1 ml con aggiunta di fisiologica. L'iniezione va fatta intramuscolo nei pettorali sotto al collo, utilizzando un ago da insulina con indlinazione dall'alto verso il basso. La terapia prevede una somministrazione al giorno per un periodo di 10 giorni. L'animale, probabilmente a causa del trauma e dello stress, non si nutre per cui bisogna nutrirlo ed idratarlo con glucosata e fisiologica da iniettare sottocute (fra il collo e la zampa) sempre utilizzando un ago da insulina con la medesima inclinazione di prima. Il trauma subito causa anche un gran dolore al rettile per cui andrà somministrata per via sottocutanea anche mezza fiala di arnica ogni tre giorni per tre volte. Le vitamine oltre all'apporto di glucosio ed acqua gli fornirannno un buon supporto per la guarigione per cui bisognerà somministrare mezza fiala di EPARGRISONT pediatrico ( sempre per via sottocutanea) una volta alla settimana per tre settimane.Dopo i primi 15 giorni di lavaggi, nel medicare l'animale non si dovrà più usare la garza di Betadine, ma semplicemente una garza sterile. Controllare che non vi siano secrezioni ai cambi di medicazione. Dopo 30 giorni si cominciano a diradare i lavaggi portando la frequenza a uno ogni 3/4 giorni. Se la garza della medicazione rimane sempre pulita ad una quarantina di giorni dal trauma si può provvedere alla chiusura del guscio. Io ho utilizzato il CALLOS un prodotto a base di trifosfato di calcio, che aderisce fortemente al carapace e consente l'osteointegrazione, teoricamente se funziona come per l'uomo verrà riabitato dal tessuto di rigenerazione del carapace, sostituendosi con questo, in caso contrario rimarrà una struttura di protezione al di sotto della quale si formerà comunque la riparazione spontanea del guscio. Dopo qualche giorno dall'applicazione del callos, la tartaruga è pronta per esser rimessa nel giardino.
CALLOS IMPACT SKELETAL KINETICS
Tutto questo nella speranza che la rorrura del carapace non abbia causato gravi lesioni ad organi interni in questo caso purtroppo l'animale non riuscirà a sopravvivere. Nella mia vi è stata anche una lesione del polmene, che il veterinari non avrebbe comunque riparati chirurgicamente, io non so se si sia riparata spontaneamente oppure no, comunque la tarta è guarita meravigliosamente.