martedì 30 maggio 2023

IN APIARIO A GIUGNO

 
La mitica V liceo A

Erano gli albori dei primi anni 70 quando cominciavo a frequentare il primo liceo scientifico e già dopo pochi giorni dall’inizio della scuola espressi, in modo del tutto garbato ed educato, la mia contrarietà, alla professoressa di lettere, al fatto che si dovesse parlare di politica in classe finendo altresì per fare della propaganda, per la verità, in maniera neanche troppo velata! Questa mia “contestazione” finì per far sì che mi attirassi le ire e la collera della professoressa così che per tutti i cinque anni del liceo il mio giudizio nei compiti in classe fu sempre lo stesso: “Sei andato fuori tema: quattro meno-meno” impresso a fine pagina, con efferata vemenza, in un profondo rosso che non riuscirò mai a dimenticare. Persino il mio carissimo amico Sandro e fido compagno, con il quale condivisi il banco dalla prima alla quinta liceo, (primo banco a destra della cattedra qualsiasi fosse stata l’aula che di anno in anno ci veniva assegnata), riuscì a disdegnarsi per questa ingiusta e immorale situazione nella quale mi ero venuto a trovare, tanto che un bel giorno mi propose di attuare un singolare “esperimento”. Sandrino, studente modello, era uno degli alunni prediletti dalla professoressa d’Italiano e i suoi voti, nei temi in classe, non erano mai inferiori a un bel tondo e risonante otto, scritto rigorosamente con la penna blue. Così un giorno mi suggerì l’idea di provare a scambiarci i temi, io lo scrissi per lui e lui per me, il risultato: lui con il mio tema prese un gratificante otto e io, con il suo, il mio solito quattro meno-meno.

Questa mia introduzione, un po’ evasiva se vogliamo, è necessaria per chiedervi il permesso di prendermi la licenza di poter andare, ancora una volta, fuori tema; sì proprio così, vorrei andare fuori tema, parlandovi di miele ma anche di birra! Birra e miele, due elementi all’apparenza così diversi ma in realtà molto simili fra loro. Entrambi, infatti, sono frutto di due procedimenti alchemici: il miele nasce dalla laboriosa alchimia eseguita dalle api che trasformano il nettare dei fiori in una preziosa e prelibata ghiottoneria, mentre la birra sboccia dalla sapiente alchimia generata dalla mano e dalla mente umana che riesce a trasformare l’acqua, il malto d’orzo e il luppolo in un’affascinante bevanda. Così come il miele non è un semplice edulcorante allo stesso modo anche la birra non può essere considerata una semplice bevanda. Entrambe le sostanze, infatti, sono ricche di oligoelementi, flavonoidi, proteine, vitamine che le rendono a tutti gli effetti, se consumate con moderazione e sapienza, degli ottimi alimenti in grado di apportare benessere al nostro organismo. Birra e miele due nutrimenti che non appena giunti a contatto delle nostre papille gustative evocano la piacevole sensazione di assaporare aromi floreali che si perdono in un bouquet che spazia fra il sentore di agrumi, il gusto del caramello, il profumo del fieno e/o del muschio di bosco e altro ancora; sentori che generano piacevoli percezioni capaci di far nascere gioia e serenità nella nostra mente e nel nostro spirito! Birra e miele due miracoli della natura dai quali origina aggregazione: è bello trovarsi fra apicoltori e disquisire per ore su tutto ciò che concerne l’universo api, ma è altrettanto affascinante ritrovarsi seduti, in piacevole compagnia, ad un tavolo di una caratteristica birreria sorseggiando una rossa piuttosto che una bionda mentre si parla del mondo che ci gira attorno. Benjamin Franklin disse che la birra è la prova del fatto che Dio ci ama e vuole che noi si sia sempre felici, io, anche se non passerò alla storia per aver inventato il parafulmine, aggiungerei che anche il miele è espressione dell’amore che Dio nutre nei nostri confronti per gli stessi identici motivi!  

Il miele, essendo una sostanza così affine alla birra, è in grado di ritagliarsi un ruolo unico e pregiato intervenendo con maestria nel processo di birrificazione. Esso, infatti, è capace di apportare un apprezzabile contributo al sapore della birra rendendone il gusto sottilmente piacevole e meravigliosamente singolare. Nei procedimenti di birrificazione che si avvalgono dell’ausilio del miele, generalmente, si predilige l’utilizzo di mieli più “leggeri” poiché questi sono caratterizzati dal possedere sapori più delicati, esaltando maggiormente il corpo della birra grazie alla loro tenue aromaticità. Qualsiasi specie di miele può comunque essere impiegato per regalare tipicità a un particolare tipo di birra, ricordando però che più il miele è scuro, più intensi saranno i suoi sentori e conseguentemente più spigoloso sarà il gusto che dona alla birra.


Per non dilungarmi in questo pericoloso fuori tema tornerò a razzo sui compiti che ci aspettano in apiario e in laboratorio nel mese di giugno. L’impegno più significativo in questo periodo della stagione, a mio avviso, è quello di seguire con attenzione le fioriture per esser pronti per tempo alla sostituzione dei melari e raccogliere così i preziosi mieli monoflora che il mese di giugno sa regalarci. I primi giorni, qui al nord ovest, si contraddistinguono per un’abbondante fioritura del rovo che sboccia già sul finire del mese di maggio, in pianura, poi, segue a brevissima distanza verso il 9/10 di giugno la fioritura del tiglio e se si è fortunati subito dopo quella dell’ailanto (purtroppo può frequentemente accadere che le due fioriture si presentino in contemporanea), all’inizio della seconda decade invece l’imponente fioritura del castagno ci regalerà l’ultimo importante miele di questo periodo. Seguire le fioriture ed esser pronti nella sostituzione dei melari ci permetterà di differenziare il raccolto e questa cosa gioverà oltre che a noi anche al palato dei consumatori. Una volta rimosso il melario, a fine di una piuttosto che di un’altra fioritura, sarà bene portarlo in laboratorio e sottoporlo a deumidificazione fino a che la percentuale di umidità non avrà raggiunto il grado ottimale permettendoci di cominciare la smielatura. Eseguire questo compito di volta in volta ci permette di non arrivare a fine stagione con molto lavoro da dover fare e con cataste di melari impilati che attendono solo la nostra fatica.

Altri grandi impegni sono rimandati ad altro tempo, ciò non deve però farci dimenticare di sorvegliare, comunque, con grande attenzione lo stato di salute delle nostre diligentissime operaie, monitorando sempre con molto impegno anche l’eventuale infestazione da varroa.

Vorrei salutarvi ricordandovi che è di questi giorni la pubblicazione di un simpatico libro: “il piacere della birra. Come produrla in casa” scritto da quel bizzarro individuo che ai tempi del liceo era solito andare fuori tema nei compiti in classe d’Italiano e che non ha mai voluto perdere questo particolare “vizietto” rivestendo nel prosieguo della sua carriera a volte il ruolo di un medico, altre volte quello dell’apicoltore e per finire anche quello di uno stravagante “homebrewer”. Andare qualche volta fuori tema non è forse necessariamente sempre una cosa così negativa perché ci spinge a rivolgere lo sguardo in direzione di nuovi confini e ad abbandonare le nostre convinzioni aprendo la mente verso orizzonti inesplorati capaci di accrescere le conoscenze e di soddisfare la sete di sapere!

Vi ringrazio per aver sopportato con signorile pazienza il mio andare fuori tema e auguro a tutti voi un mese di giugno rigoglioso di un abbondante raccolto!



L'apicoltore in Vespa

Il piacere della birra









sabato 20 maggio 2023

DECOTTI E TISANE DI FOGLIE D'OLIVO


 

Infusi e decotti di foglie di olivo sono benefici per l'organismo poiché in essi sono contenuti composti fenolici che esplicano azione ipotensiva, di controllo del colesterolo e antiossidante.

Si è soliti pensare all’olivo come a una pianta la cui utilità è limitata alla produzione di olive per uso alimentare e/o per la produzione di olio di oliva. Ma così non è, perché anche le foglie di questa pianta, appartenente alla famiglia delle Oleaceae, possiedono preziose sostanze in grado di promuovere effetti benefici per l'organismo umano. Decotti e/o infusi di foglie d’olivo aiutano a controllare la pressione arteriosa (contrastando l’ipertensione), mantengono bassi i livelli di colesterolo 'cattivo' nel sangue ed esercitano una azione antiossidante, combattendo gli effetti degenerativi causati ad esempio da una alimentazione scorretta e/o dall’invecchiamento cellulare.  


Infusi, decotti e tisane servono ad estrarre dalle foglie d’olivo molecole d’importante interesse nutraceutico quali i composti fenolici in esse presenti; tra questi il maggior interesse è rivolto all’oleuropeina presente in alta concentrazione proprio nelle foglie di tale pianta. Questo composto ha diverse proprietà farmacologiche: è un potente antiossidante, contrasta l'insorgenza di neoplasie, possiede azione antinfiammatoria ed anche antivirale e antimicrobica, oltre che essere capace, in determinati contesti, di esercitare effetti cardioprotettivi, ipotensivi, anti-ischemici, ipolipidemici e di contrato all’insorgenza del diabete.

Un recente studio clinico, effettuato presso l’Università di Auckland, ha evidenziato come l’azione dell’oleuropeina sia in grado di ridurre i valori glicemici nel sangue di pazienti in sovrappeso riuscendo a prevenire l’insorgenza, negli stessi, di diabete di tipo 2.

Uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemestry ha potuto dimostrare come il tirosolo, altro polifenolo presente sia nelle foglie d’olivo sia nel vino rosso, abbia numerosi effetti benefici comprovati sulla salute dell’essere umano. Se esso viene assunto con regolarità giornaliera attraverso infusi e/o decotti di foglie d’olivo dimostra di possedere proprietà cardio protettive grazie al suo potere di attivazione del NF-kB all’interno delle cellule endoteliali riducendo drasticamente l’infiammazione a livello endoteliale (epitelio che riveste internamente i vasi sanguinei), infiammazione responsabile a sua volta dell’instaurarsi di un processo degenerativo a carico dei vasi ematici conosciuto come arteriosclerosi: si è così dimostrato come il tirosolo prevenga in modo utile ed efficace l’infiammazione e a seconda dei casi ritardi o escluda totalmente il rischio dell’insorgenza di tale patologia proteggendo il cuore da infarti e ischemie.

Inoltre, grazie alla presenza di diverse altre tipologie di fenoli (rutina, idrossitirosolo, acido elenolico, acido oleanolico) gli infusi ottenuti facendo riposare le foglie di olivo in acqua calda hanno anche un potere antiossidante, oltre che antimicrobico. L'Acido oleanolico, ad esempio. è sia un potente antinfiammatorio che un importante immunomodulatore. Nel 2012 sul British Journal of Pharmacology è stato pubblicato uno studio condotto dall'Università di Valladolid che mette in relazione l'assunzione di questa molecola con il contrasto ai sintomi dell'encefalomielite autoimmune, una malattia utilizzata come modello per lo studio della sclerosi multipla.

L'oleocantale, un fenolo con un potente effetto antinfiammatorio, anch’esso presente nelle foglie dell’olivo oltre che nelle stesse olive, è la molecola responsabile dell'amaro e del piccante che si sente in gola quando si assaggia o si mangia l'olio extravergine di oliva, su questa molecola si sta concentrando l'attenzione dei ricercatori in quanto ha un forte potere antiossidante, ed esplica un’azione antinfiammatoria dimostratasi dieci volte più potente rispetto a quella posseduta dall'Ibuprofene.

Il fattore NF-kB è un fattore di trascrizione che svolge un ruolo primario nella regolazione della risposta immunitaria, nell’infiammazione, nella proliferazione cellulare, nell’apoptosi (degenerazione e morte cellulare) e nel cancro. L’NF-kB è formato da un insieme di proteine composte da due subunità. È stato scoperto osservando che la trascrizione del gene per la catena leggera k delle immunoglobuline necessitava di uno specifico fattore di trascrizione, denominato appunto Nuclear Factor k chain transcription in B cells o NF-kB. In forma inattiva, l’NF-kB è sequestrato nel citoplasma attraverso un legame diretto con un inibitore specifico (chiamato IkB). Viene attivato da segnali extracellulari, come la stimolazione della risposta immunitaria, che provocano il distacco dell’inibitore e quindi il trasferimento nel nucleo, dove si lega a specifici siti del DNA e ne regola la trascrizione.

 Un apicoltore in vespa





sabato 17 dicembre 2022

REGALI PER NATALE

 Per questo Natale scegli di regalare un libro, a questo proposito ne avrei due da consigliarti, 







sabato 23 aprile 2022

L'UOMO CHE PARLA ALLE API

 

L’eremo di Santa Caterina a Rio nell’Elba è un luogo immerso nel verde della macchia mediterranea

dal quale si può osservare il mare perdersi, in lontananza, verso un immutabile orizzonte. La piccola chiesa, eretta in nome della Santa, era meta di pellegrinaggio da parte dei pescatori che al ritorno dal loro lavoro venivano a ringraziare la Santa per averli salvati e protetti dai pericoli del mare. L’eremo, negli anni, conobbe uno stato di ingiustificato degrado e abbandono e solo recentemente (circa da 30 anni) ha ritrovato il suo antico splendore ritornando, dopo un pregevole restauro, a dispensare tutto il fascino di cui è foriero. 







Ai nostri giorni l’eremo è anche divenuto parte di un progetto ancora più ambizioso ossia quello dell’orto dei Semplici e della Banca della Terra. Questo progetto si prodiga nella protezione di specie botaniche endemiche dell’arcipelago dell’Elba e nella conservazione di piante autoctone dell’isola d’Elba. Questo progetto di salvaguardia della biodiversità locale non può e non deve comunque prescindere dalla presenza di insetti impollinatori ed ecco quindi che a questo scopo è stato introdotto un apiario che gestisce con amorevole passione e grande esperienza Roberto Ballini. Roberto nella sua carriera è stato un grande ciclista professionista che si è aggiudicato nell’arco della sua attività ciclistica anche importanti trofei. Al termine della sua attività agonistica l’incontro con le api. Da allora Roberto si dedicò anima e cuore a questa nuova, affascinante e coinvolgente professione: l’apicoltura. Durante lo svolgimento di questa sua nuova attività Ballini, entrando in grande empatia con le sue operaie alate, un giorno si accorse che emettendo un particolare suono, molto acuto, con la sua voce egli riusciva a calmarle facendole fermare improvvisamente.

. Questa sua peculiare e inaspettata scoperta da allora gli valse il soprannome di: “uomo che parla alle api”! La cosa comunque non passò inosservata al mondo della scienza e furono fatte delle ricerche da studiosi tedeschi, i quali arrivarono a determinare che suoni aventi una frequenza compresa fra i 260 e i 400 hertz riescono a calmare completamente le api, le quali in presenza di queste frequenze rallentano e/o bloccano la loro attività continuando comunque a comunicare mediante l’utilizzo delle proprie antenne. Nello specifico il suono emesso da Ballini ha una frequenza pari a 290 hertz. Io più romanticamente e con minor supporto di teorie scientifiche amo pensare che più che un discorso di frequenze sia un discorso di armonia, per questo voglio credere che il suono emesso da Roberto sia in una tonalità di sol diesis, la stessa tonalità del canto emesso dalla regina alla quale le sue ancelle si prostrano e si inchinano in una sorta di devota e religiosa sudditanza. Al di là della scienza e delle sensazioni la magia di questo rapporto empatico fra Ballini e le sue amate compagne alate è rappresentata dal fatto che Roberto parla per davvero alle sue api e ad ogni suo richiamo esse gli rispondono muovendo le antenne nel tentativo di comunicargli chissà che o chissà cosa. È un’esperienza veramente affascinante osservare, nella sacralità del silenzio dell’orto dei semplici, questo incantesimo che lega Roberto alle sue api, incantesimo che, ancora una volta, ci testimonia come la natura sia in grado di parlarci e di farsi ascoltare, basterebbe solo avere il tempo e la pazienza di volerla veramente ascoltare.

Al di là di tutto quello che saprà o potrà dimostrare la scienza in questo magico rapporto fra Roberto e le sue api riusciamo comunque ad assaporare tutta la semplicità, la naturalezza e la passionalità di una persona che con amore e profonda passione è riuscito a stabilire un punto di profondo contatto in questo infinito rapporto di vicendevole empatia che da anni accomuna l'uomo e l'ape!

 

 



sabato 12 marzo 2022

UN APICOLTORE IN VESPA

Un Apicoltore In Vespa

 10,50 IVA INCLUSA

Un apicoltore in Vespa | Maurizio Ghezzi | Edizioni Apinsieme

PRE ORDINALO APPROFITTANDO DELLA OFFERTA SPECIALE
VALIDA SOLO SINO AL 31 MARZO: 10,50€ + spedizione

Il libro sarà disponibile a fine Marzo.

L’apicoltore in Vespa in questo libro vuole accompagnarvi in un affascinante viaggio lungo le strade che si addentrano all’interno dell’universo ape per cercare di carpire i segreti di un mondo, per certi versi, ancora avvolto nel mistero, nel mito e nella leggenda. Un lungo percorso che ci guiderà verso la conoscenza di questo meraviglioso insetto che da sempre ci affascina e ci attrae grazie al suo impeccabile ordine sociale, alla sua proverbiale laboriosità e alla sua spettacolare capacità di condividere ogni decisione di gruppo attraverso un ineccepibile senso di democrazia partecipata. Sarà un viaggio che ci condurrà trasversalmente anche verso tecniche apistiche con le quali scoprire come sia eventualmente possibile provare ad allevare le nostre api in modo sempre più rispettoso e apicentrico. Percorreremo questo tratto di strada assieme nella speranza di raggiungere quella inesauribile sorgente di piacere e di interesse che l’ape da sempre è in grado di suscitare in noi

COD: LEA06 Categoria: 


 

venerdì 18 febbraio 2022

UN APICOLTORE IN VESPA

 E' ARRIVATO L'APICOLTORE IN VESPA


Prossima pubblicazione



mercoledì 9 febbraio 2022

MIELE E BIRRA L'APICOLTORE APICENTRICO

 

Scopri l'affascinante mondo delle api e l'appassionante piacere della birra vieni a visitare il blog Miele e Birra cliccando il link qui sotto

domenica 30 gennaio 2022

HOMEBREWING


 

Farsi la propria birra è ormai un hobby alla portata di tutti, grazie anche alla presenza sul mercato di diversi tipi di kit che facilitano notevolmente questa attività. L’intento del libro è quello di riuscire a fornire ai lettori le conoscenze basilari relative agli ingredienti, alle tecniche, ed ai materiali che sono necessari per potersi produrre, a casa propria, una birra di ottima qualità.

Sono due le metodologie con le quali si può preparare una buona birra casalinga, una si  basa sull’utilizzo di estratti di malto e l’altra sull’impiego di malto in grani. Per una persona che dovesse essere all’inizio della propria “carriera brassicola” il consiglio è quello di partire, per le prime birre,  dall’ utilizzo di estratti di malto e solo una volta acquisita dimestichezza e manualità con questo metodo provare ad iniziare a “birrare”  utilizzando malto in grani.

Il libro nasce, dopo anni di esperienza di homebrewing, dall’entusiasmo di voler trasmettere le conoscenze acquisite nel tempo a tutti coloro che volessero avvicinarsi a questo splendido hobby  affinché fare la birra in casa, oltre che un momento di grande divertimento, possa diventare un piacevole passatempo  praticabile da chiunque. Tralascerò volutamente di riportare con scientifica precisione tutto ciò che è relativo ai processi chimici che intervengono nel procedimento di birrificazione nella convinzione che i primi umani che produssero della birra, non fossero affatto stati dei chimici provetti in procinto di eseguire un grande esperimento, quanto piuttosto dei cuochi “ involontari” alla ricerca di una nuova, piacevole e gustosa ricetta. Questo è il motivo per cui mi limiterò sostanzialmente a tramandarvi una pura e semplice ricetta, quella con cui da diversi anni e con ottimi risultati riesco a farmi la mia birra di casa.

Una gustosissima Weiss,  o birra di grano. che ho prodotto con il metodo all grain, Diventa anche tu un bravo mastro birraio casalingo tutte le nozioni per poter arrivare a produrre dell'ottima birra le puoi trovare nel mio libro: "Il piacere della birra, come produrla in casa".

Acquistalo direttamente online sul sito:

https://susiledizioni.com/libri-ed-ebook/libri-pubblicati/anno-2021/il_piacere_della_birra--698.html

venite a trovarmi su Miele e Birra



giovedì 3 giugno 2021

Il piacere della birra come produrla a casa


 La birra un ottimo alimento per la nostra salute


Vorrei salutarvi ricordando come la birra non sia solo una semplice e banale bevanda, essa è, a tutti gli effetti, un prezioso alimento ricco di nutrienti che, se assunto con morigerata sapienza, è in grado di apportare pregiati benefici alla nostra salute. Un abuso di tale bevanda, come vale in genere per qualsiasi tipo di abuso, potrebbe al contrario causarci dei seri problemi di salute, questo è il motivo per cui dobbiamo imparare a dominare la birra, senza dimenticare che per poterla dominare dobbiamo prima conoscerla e poi saperle ubbidire!


Come detto, un consumo eccessivo e smodato di sostanze alcoliche provoca ripercussioni negative sulla nostra salute, particolarmente a livello epatico, anche la birra non fa eccezione a questa regola. Tali danni sono, inoltre, più accentuati quanto più l’abuso di sostanze alcoliche, in questo caso la birra, si accompagna a un’alimentazione povera e inadeguata. Al contrario, è cosa ormai scientificamente provata, un’assunzione regolare e moderata di birra, durante il pasto, è in grado di apportare alcuni importanti e sicuri benefici alla nostra salute. Un corretto stile di consumo di birra nell’alimentazione può, per esempio, contribuire alla prevenzione dell’insorgenza di alcune patologie come vedremo di seguito.


Come già citato in precedenza questa bevanda è ricca in sali minerali e in essa troviamo un’alta concentrazione di silicio. Studi clinici, molto recenti, hanno dimostrato come questo minerale sia in grado di intervenire in maniera positiva sul nostro apparato scheletrico garantendone un suo miglior stato di salute, ciò fa sì che un suo regolare e costante apporto, attraverso un consumo morigerato di birra, nella nostra alimentazione possa risultare in grado di prevenire alcune patologie degenerative delle nostre ossa ritardando così l’insorgenza di malattie quali, per esempio, l’osteoporosi. E’ cosa ormai nota che il silicio stimola il metabolismo del calcio, favorisce la formazione del collagene e fortifica le ossa e il tessuto connettivale, risultando estremamente utile in caso di demineralizzazione, decalcificazione e osteoporosi; esso, inoltre, previene l'invecchiamento cellulare migliorando l'elasticità dei vasi sanguigni.


Lo xantumolo e il suo derivato desossi-metil-xantumolo, flavonoidi contenuti nella birra ed estratti dall’infusione del luppolo, hanno documentato, in vitro, di possedere un’azione d’inibizione sulla proliferazione delle cellule tumorali. La loro attività interferisce con catene enzimatiche che stimolano la proliferazione delle cellule tumorali riuscendo così a inibire la crescita della neoplasia in fase iniziale. Sempre studi sperimentali hanno evidenziato come tale azione inibitoria sia più accentuata su cellule cancerose del tumore mammario, ovarico e del colon.


Un’altra sostanza farmacologicamente attiva, che ritroviamo nella birra, appartiene alla categoria dei fitoestrogeni che, studi sperimentali, hanno dimostrato essere sostanze capaci d’inibire lo sviluppo del tumore ovarico e mammario nella donna, mentre nell’uomo sembrerebbero in grado di contrastare l’iperplasia prostatica, patologia che spesso può rappresentare una situazione di precancerosi. La loro azione si esplica nell’impedire la neo angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguinei) processo indispensabile affinché possa avvenire la crescita della massa tumorale.


Da diversi anni è, inoltre, cosa nota che il consumo moderato di alcol è associato a una riduzione delle malattie del sistema cardio vascolare e del diabete di tipo due, questa protezione sui vasi dell’apparato circolatorio la si apprezza in misura maggiore con il consumo di vino e birra (bevande fermentate), mentre sembrerebbe essere meno rilevante se legata al consumo di altre sostanze alcoliche. Si badi bene, sto parlando sempre del consumo di modiche quantità di alcol: all’aumentare dell’uso di tale sostanza si ottiene, infatti, un effetto inversamente proporzionale a quello descritto, ossia assisteremo alla comparsa di danni, a carico della nostra salute, che aumentano all’aumentare dell’apporto di alcol. L’alto contenuto in polifenoli, che si trova nelle bevande fermentate, è in grado di contrastare la degenerazione vascolare riuscendo a ridurre il rischio d’insorgenza di arteriosclerosi e dei danni conseguenti allo sviluppo di tale patologia quali, per esempio, accidenti ischemici e insorgenza di demenza senile. Il luppolo in infusione cede alla birra un’altra sostanza farmacologicamente attiva: l’umulone in grado di sviluppare un’azione antinfiammatoria e d’immuno-modulazione.


Per concludere, sembrerebbe, da studi statistici, che le persone che bevono due bicchieri di birra o uno di vino al giorno denotino processi di elaborazione mentale decisamente più vivaci rispetto a persone astemie della stessa età. Gli stessi lavori statistici hanno, inoltre, dimostrato che le persone che bevono birra, con sapiente moderazione, sono più felici, sono predisposte in misura molto minore al suicidio, richiedono, sul luogo di lavoro, un numero inferiore di congedi per malattia, annoverano nella loro anamnesi un minor numero di ricoveri ospedalieri, guariscono in tempi più brevi da una malattia, sono persone più educate con miglior reddito da lavoro e denotano una socialità più intensa e felice rispetto ai loro pari età astemi.


In conclusione, se non sono riuscito a darvi delle buone motivazioni per produrvi da soli la vostra birra spero, almeno, con questo paragrafo di essere riuscito a darvene d’interessanti per berla; perché come diceva Benjamin Franklin: “ la birra è la prova che Dio ci ama e vuole che noi si sia sempre felici”!


La cotta
Attivazione del lievito
Lavaggio delle trebbie
Travaso in fermentatore

martedì 7 febbraio 2017

CORSO DI APICOLTURA URBANA PARCO NORD MILANO 2017

http://www.parconord.milano.it/natura-del-parco/fauna-del-parco/160-insetti/4335-corso-base-di-apicoltura-urbana

Quattro incontri per conoscere da vicino il mondo delle Api e dell'Apicoltura.
Le date e la natura delle quattro lezioni teoriche sono:
  • 26 febbraio: Introduzione all’apicoltura, nozioni di morfologia e biologia delle api. Ciclo vitale e riproduttivo. Organizzazione dell’alveare. Socialità e comunicazione nella colonia.
  • 12 marzo:Apicoltura razionale: le arnie e le attrezzature apistiche. I fogli cerei, misura delle celle, armatura e introduzione del foglio cereo. Allevamento delle api nel susseguirsi delle stagioni calendario dei lavori in apicoltura. Nutrizione stimolante, nutrizione di supporto.
  • 19 marzo: Malattie delle api: prevenzione e terapia. Parassitosi delle api: la varroa metodi di controllo chimici e biologici. Cenni di legislatura apistica.
  • 26 marzo: Smielatura. Il miele le varie tipologie, le diverse tecniche di estrazione. Gli altri prodotti dell'alveare. Conoscere il miele: accenni sulla analisi sensoriale. Cenni di apiterapia.
Le lezioni si svolgeranno dalle ore 14:00 alle 17:00 e si terranno presso la Cascina Centro Parco, sita in via Clerici 150.
Le date per le due lezioni pratiche in apiario saranno stabilite insieme agli iscritti al corso durante lo svolgimento delle lezioni teoriche, in funzione delle condizioni meteo.
L’apicoltura è un’attività che procura grande soddisfazione! Rappresenta un’esperienza unica ed entusiasmante, ricca sempre di nuove scoperte e di curiosità che affascinano e coinvolgono chi vi si dedica anche solo per hobby.
Questa attività offre l’opportunità di osservare il comportamento di questi splendidi insetti, di conoscere la loro organizzazione all’interno dell’alveare e di seguire la crescita della colonia fino al suo massimo sviluppo: momento in cui sarà in grado di produrre il miele.
L’apicoltura permette inoltre di poter lavorare immersi nella natura e allo stesso tempo di lavorare per la natura.
Si tratta di un’attività nobile, di un lavoro di utilità sociale, che si pone al servizio dell’ambiente e delle persone.
Per iniziare a addentrarsi in questo mondo fantastico occorrono tanta passione e tanto amore per la natura, ma anche il possesso di alcune semplici conoscenze, così da riuscire ad allevare correttamente le api e permettere loro di svolgere il quotidiano e principale compito di impollinazione “gratuita” che ci assicura la vita. Solo così esse potranno alla fine regalarci del buon miele e tutti gli altri prodotti dell’alveare.
Da questo proposito nasce l’idea di organizzare un corso teorico e pratico di apicoltura rivolto a tutti coloro che desidereranno avvicinarsi a questo mondo in modo consapevole. Durante lo svolgimento del corso verranno fornite nella maniera più esaustiva possibile tutte le informazioni sulle api e i loro prodotti, sui loro nemici naturali, sulle patologie dell’alveare, sulla conduzione di un apiario e sulla legislazione apistica.
L’obiettivo del corso è cercare di fornire ai partecipanti le competenze di base per un approccio all'attività di apicoltore, così da poter riuscire ad essere in grado di allevare con interesse, passione, soddisfazione e piacere le proprie api.
Le lezioni saranno tenute dal Dott. Maurizio Ghezzi, da anni grande appassionato ed esperto di apicultura.
Il costo complessivo del corso è di 50 €, mentre il costo per la partecipazione ad una singola lezione è di 10 €.
Il tetto massimo di iscrizioni al corso è di 25 persone.
Per l’iscrizione al corso è necessario contattare la referente naturalista del parco Federica al suo indirizzo mail sommacampagna@parconord.milano.it
 
Ciao ragazzi invio questa notizia, so che voi non siete interessati all'argomento, ma se riuscite a divulgarlo mi fareste un grande favore. Un grosso saluto a tutti
 
 
By Ruspik

venerdì 28 ottobre 2016

27 OTTOBRE 2016 UNA SPLENDIDA SERATA



E' lui o non è lui? E' lui è lui



Il grande ritorno el Mazzun




Il triplete: don Luis, la Bianca Maria e il Bonfanti


il Paolo Buzzi ma dai




Ragazzi grazie a tutti i partecipanti, è stata una splendida serata, per dirla un pò alla Vasco Rossi, grazie a tutti quelli che hanno partecipato contribuendo a rendere ancora più " magico " questo nostro incontro. Mi raccomando abbiamo un impegno importante: visto il grande successo dobbiamo esser tutti presenti per il replay nel 2026, che a nessuno venga in mente di far scherzi!!!!
Un abbarccione al Giulio che come sempre ci segue "precedendoci" a presto



QUARANT'ANNI E NON SENTIRLI





Grazie a tutti per la bellissima serata

lunedì 9 maggio 2016

SALUTO A GIULIO

Ciao a tutti, venerdì 13 maggio, per chi volesse venire, ci si trova alle 18,30 sotto casa del Giulio per passare una mezzora in sua compagnia. Poi, sempre per chi  volesse, si va a mangiare una pizza.
Aspettiamo risposte 
by ruspik

giovedì 14 aprile 2016

Ai 4 Angoli del Mondo

Cari amici,

Ai 4 Angoli del Mondo è un pranzo benefico che si terrà a Monza, Domenica 8 Maggio dalle 12.30 al Convento di Santa Maria al Carrobiolo, Piazza Carrobiolo, 8. I ricavi dell'evento andranno a sostenere la ricerca per la lotta alla SLA al Centro Clinico NEMO a Milano.

Per prenotare e per maggiori informazioni andate su http://juneuman.wix.com/ai4angolidelmondo oppure la nostra pagina Facebook: Ai 4 Angoli del Mondo

Potete anche prenotare scrivendo a juneuman@gmail.com oppure lasciando un messaggio sulla segreteria dello  02 87168006. Ricordatevi di indicare il numero di persone nella  prenotazione.

Grazie e a presto!
Julius


venerdì 13 novembre 2015

Parola d'ordine: RESISTERE alla SLA!

Anche se non esiste ancora una cura per la SLA, ci sono in corso o in via di attuazione sperimentazioni molto promettenti e si capiscono sempre più i meccanismi che caratterizzano la SLA.

La parola d'ordine per i malati è RESISTERE con ogni mezzo fino a quando non c'è la cura. Resistere con terapie sperimentali e sperimentate e con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione. Per esempio, numerosi studi indicano che l'uso corretto e mirato della NIV (ventilazione meccanica non invasiva), l'uso della PEG (sondino per la nutrizione enterale) prima di una perdita eccessiva di peso ed il sostegno di una clinica multidisciplinare (come il Centro Clinico NEMO), aumentano l'aspettativa e la qualità di vita di un paziente.

Il Centro Clinico NEMO ha costruito un database contenente informazioni di tipo demografico, clinico e biochimico. Analizzando i dati, il NEMO sarà in grado di definire la prognosi già dalla prima valutazione, permettendo un percorso terapeutico più preciso e mirato.

Volete fare un regalo solidale questo Natale? Allora vi suggerisco di donare al Centro Clinico NEMO e sostenere il progetto "Una nuova risorsa per la Ricerca". Anche una piccola donazione di €5 può essere molto importante.

Vi ringrazio per la vostra generosità e vi chiedo di condividere con i vostri amici. Grazie!

Una nuova risorsa per la Ricerca