lunedì 24 marzo 2008

PAROLANDO

Boris Makaresko è stato un grande del CABARET Milanese che ha dato, a mio avviso, la sua massima espressione artistica tra gli anni 70 ed 80. Ha calcato le scene dei più famosi Cabaret di Milano come il Derby di via Monterosa ed il Refettorio di Via San Maurilio proprio nel cuore di Mialno.

La sua comicità la esprimeva giocando con il senso ed il significato delle parole per cui nel suo vocabolario la cerbottana era una cervo femmina di facili costumi; la motosega era un attrezzo tecnologico per erotismo, mentre le palafitte erano dolori testicolari e giustamente dopo una motosega vengon sempre le palafitte.

Questa sua maestria nel saper rigirare le parole a suo uso e consumo gli permise di scrivere interessanti storielle che sembravano voler dire molto senza in realtà riuscire a dir nulla. Per quei tempi la sua comicità era innovative e faceva stramazzare dal ridere ora forse ci dice poco, ma siamo sicuri che un piccolo spazio al sorriso ce lo conceda ancora.

Dal suo saper "miscugliare" le parole come un prestigiatore fa con le carte di un mazzo uscivano storielle come quella che vi vado a raccontare:

" La favola di mella, una giovane pastarella che un giorno fu rapita da un feroce candito, il quale dopo averla sfogliata le disse: - come sei cialda e ciambella, se sei riuscita anche col buco, profiterol di te - e le fece assaggiare il suo cannolo. Poi la rinchiuse in un torrone abbandonandola a marzapane ed acqua e fuggi. Soffiava un vento di sciroppo e la pastarella tutta in zuppetta starnutì: -Nestlé! - Il suo starnuto venne udito da un cavaliere savoiardo, certo gianduiot un tipo un pò semifreddo tanto che tutti lo soprannominavano marron glassé. Il cavaliere udì le urla della pastarella che gridava: -hai melassa, sono in un bel pasticcio, tiramisù -. Gianduiot abbatté il torrone a colpi di cannoncino che scrostandosi cadde su mella che così ricevette una bella crostata sullo zuccotto. Più motta che viva dopo questa terribile disavventura, mella fu portata in un ristorante dove le offrirono da mangiare: - Alé magna - disse gianduiot. Ma mella, come prima cosa volle andare in bagno a farsi un bigné. Gianduiot credendo di essere cornetto, riportò la pastarella dal suo babà, il quale appena udita la storia esclamò: - Cara mella! Amaretto mio, faremo giustizia! -. E gli diedero panforte due cavaglieri Sudafricani: i due boeri tali ansel e strudel che si misero immediatamente alla ricerca del candito. Lo ritrovarono perchè era rimasto in panna e lo riconobbero per i mascarponi: - sei stato tu? -. - Ebbene si, lo confetto -. Esclamò il candito. - Ma posso riparare, diventerò il suo maritozzo -. No risposero i boeri: - ogni proposta va a meringa. Crepe susette!!!! -. A questo punto passò di lì un frate solito ad andare sempre a piedi, tale frappé e visto il contenzioso cercò di metter pace, ma lo mandarono subito a wafer. Così il babà vendicò il santeonoré della figlia riducendo il candito in millefoglie. La storia termina qui, come storia è un pò una cassata, ma va raccontata così......."

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