giovedì 5 febbraio 2009

TOUR EIFFEL

Se Parigi val bene una messa, la Tour Eiffel non vale un campanile........Questa ispirazione così perspicace ed intensa mi nasce dal profondo del cuore ogni qual volta ritorno a Parigi e mi avvicino all'imponente costruzione. Con la sua imperiosa altezza, la Tour Eiffel sovrasta il cielo della capitale divenendo il principale punto di riferimento. Ovunque il tuo sguardo desideri perdesi in questa alchemica ed inebriante metropoli, stai pur certo incontrerà sempre la vetta della tour e se non sarà il tuo sguardo ad incontrarla, come indispettita la tour sarà lei a trovarselo. Lo scorrere lento ed inesorabile del tempo su questo enorme accumulo ferroso non ha prodotto neppure una scalfitura, un graffio, una piega neanche un " ci ci nin " (francesismo) di ruggine. Così come le emozioni che via via si susseguono nel rincontrare la tour a distanza di tempo sono e rimangono sempre le stesse. Come ti stai avvicinando a lei sale una sorta di brivido che ti percuote la pelle e si accompagna ad una profonda sensazione di stupore che diviene sempre più intensa tanto più ti avvicini a lei, talmente intensa da pervadere completamente il tuo corpo fin quasi ad obbligarti a sussurare un gemito che si potrebbe tradurre acusticamente in un: "wow"..... Quando sei ormai praticamente ai suoi piedi lo stupore inizia ad accompagnarsi anche ad un senso di infinita meraviglia che via via avrà il sopravvento sullo stupore una volta giunto ai piloni immersi nel basamento che sorreggono si tanta altitudine. Ecco finalmente sei sotto di lei, immerso fra le sue gambe, ed ecco che anche lo stupore pian piano scema lasciando spazio ad un irrequieto senso di perplessità che ti porta a sussurare un più entrospettivo gemito acusticamente traducibile con un: " bah?!! " Alla fine anche la perplessità ti abbandona, ma ormai ti trovi imprigionato da più di un'ora in una estenuante coda che ti sta lentamente trascinado fino al cuore della torre: la sua porta d'ingresso da dove potrai finalmente risalirla per fare una sua più approfondita conoscenza. Rinchiuso negli ascensori che ti porteranno fino alla vetta vuoi convincerti che almeno la perplessità non ti abbia abbandonato, questo per lo meno per giustifcare l'abbondante ora e mezza di coda ed i 23€ del costo del biglietto e mentre fingi di sussurare dei crescenti e sempre meno convinti "bah?!!" fra i neuroni del tuo cervello sbatte prepotente una pallina, con la stessa prepotenza con cui sbatte la pallina in un flipper. In essa è rinchiuso un pensiero: " ma che vrazzo gli sarà passato per la testa a questo ingenere Eiffel quando ha pensato di costruire sta vrazzo di torre?......" Questa greve e profonda domanda toverà la sua risposta quando finalmente raggiunta la cima della torre ti trovi a tu per tu con una fedelissima riproduzione cerea dell'Ingegnere Eiffel. L'ingegnere stringe fra le mani una radiotrasmittente e tu ti accorgi che la torre ha voluto essere l'antenna di una trasmittente. A questo punto tante cosette che vorresti dire all'ingegnere frullano per per la tua mente, ma non lo fai non dici nulla forse e sopratutto perchè sai che è di cera e non potrebbe capirti. Guardi il cielo di Parigi ed un'ultima considerazione solca felice i tuoi emisferi cerebrali, riguardi il cielo e guardi l'ingegnere e la tua considerazione prende forma come un gemito che acusticamente verrebbe riprodotto così: " ingegnere per fortuna ai tuoi tempi non si usavano ancora le antenne paraboliche.........."

BY RUSPA

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