sabato 9 febbraio 2008

Noi lo dobbiamo fare

La televisione è occupata dai politici che discutono di percentuali, coalizioni, apparentamenti, accordi di desistenza, collegi elettorali.
E' gente separata dal Paese. Dei fatti nostri, "lavoro, salute, ambiente", non parla mai.
Ci spiegano che la politica è una vocazione, una missione. Una volta presi i voti si è politici a vita. Chi fa politica, (lo ha affermato Franceschini), deve essere disposto a sporcarsi le mani. Tangenti, reati amministrativi, corruzione si possono sempre lavare con l’indulto, con le prescrizioni. Lo sporco impossibile non esiste: c’è sempre una legge ad castam che lo fa diventare bianco che più bianco non si può.
Il politico italiano deve avere le mani sporche.
In Inghilterra “civil servants”, da noi “dirty hands”.
Ieri è successo qualcosa ad Anno Zero. Dopo aver ascoltato i politici gli starnazzamenti della Prestigiacomo, le convulsioni di Furio Colombo e il nulla di Franceschini, un ragazzo ha preso la parola; ha parlato di sicurezza sul lavoro, delle nuove povertà, di malattie professionali e poi ha gridato ai politici, che sono persone inutili, ma ben pagate, che parlano a vanvera. Ha detto quello che pensano gli italiani!
Un altro ragazzo è intervenuto, un ventenne che ha ottenuto il massimo punteggio a un concorso pubblico senza avere padrini e che per questo motivo è stato escluso. Ha spiegato che la destra e la sinistra non esistono, sono concetti metafisici. Poi ha mandato a fanculo i nostri dipendenti.
Questi ragazzi sono un esempio da seguire!
Ed allora anche noi dovremmo andare ad una trasmissione televisiva, alzarci in piedi e rivendicare il diritto ad avere un parlamento pulito, meno precariato, meno morti sul lavoro, più raccolta differenziata. Dovremmo chiedere ad un nostro "dipendente" del conflitto di interessi, del falso in bilancio, dell’indulto, e pretendere una risposta con una telecamera piazzata sulla sua faccia.
Dal Blog di Beppe Grillo

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