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Carissimo Edo.....che dirti?
Complimenti per la traduzione!!!!!!
Nella speranza che almeno tu abbia il coraggio di non sgridare i tuoi bimbi, se mai dovessero prendere una insufficenza in Inglese
By Edo

mo a caccia di anatre".....Ed ecco accendersi la classica lampadina, il Colnag è cresciuto con noi fra le mura del San Giuseppe, in un "periodo critico" dell'età di crescita, e come noi ha ricevuto gli stessi stimoli emotivi ed ambientali, sviluppando una grande passione per la caccia all'oca, Allora io mi chiedo: "quanti di noi nella propria vita non si son dedicati con anima e corpo alla caccia all'oca?" Quanti di noi non potendo cacciare oche alla fine hanno saputo accontentarsi di cacciare una bella anatra? 
La ricostruzione del mokambo, è un brano classico del repertorio del grandissimo Paolo Conte, un brano che incanta e che trasporta sia chi suona che chi ascolta. Il mocambo è termine portoghese usato soprattutto in Brasile nel periodo coloniale, si riferiva a villaggi fondati da piccole comunità di africani deportati, in fuga dalla schiavitù delle piantagioni di caffé. Ma il mokambo, a Te
rno d'Isola, è anche un meraviglioso ristorante caratterizzato da uno stile armonico, accattivante, melodioso nella cui dolce cucina è bello perdersi e lasciarsi trasportare. La pregiatissima e raffinata cucina vede come suoi ottimi interpreti Antonietta e Vartuy; se sei in zona è il caso di andarle a conoscere e sopratutto, una volta seduto, non pensare di sceglierti il tuo menù, non fa Mokambo, lasciati piuttosto guidare, ne vale la pena.
Ma come mai c'è solo la mia foto con l'uovo????
domanda
Era un Natale difficile:
Ciao "raga", per ricordare a tutti l'appuntamento per domani sera ore 20,00 davanti al collegio in Via Volta.
Vi ricordate il post in cui ho inserito l’appello per Ida e Kristal di Caselle Torinese (la mamma senza lavoro con la bambina bisognosa di cure), che avevo prelevato dal blog di Beppe Grillo? 

p.s.-troppo carino il blog :-)))"Ciao ragazzi,
che invidia: io non rivedo i miei ex compagni
del liceo da una decina d'anni...In compenso, ho appena partecipato ad una cena
con quelli delle elementari!
Un abbraccio,
Erina"
è, non so per cosa, ma quest'anno non me la sento di augurare un Buon Natale a chicchessia, quest'anno preferisco augurare a tutti un Natale Intelligente! Non me la sento di andar per negozi a cercar regali, di fingermi più buono, di rendermi più disponibile in nome di un Natale che arriva, chiudendomi gli occhi fingendo di non vedere tutto ciò che ci circonda, per poi da Santo Stefano ritornare a tapparmi il naso nella speranza che potrò ancora sentirmi "buono" in nome di un'altro Natale che arriverà. Questo Natale vi voglio proprio augurare un Natale Intelligente, un Natale in cui ci si possa accorgere che oltre ad una tavola suntuosamente imbandita ed ad un brindisi con panettone durante il quale si ostenta obbligatoriamente una felicità ipocrita, esistono anche persone diverse, senza fissa dimora, senza un tetto, costrette a dormire, abbandonati come rifiuti unami, sotto un ponte o su di un cartone alla stazione centrale; ci si possa accorgere che esistono bambini a cui è stata rubata l'infanzia, donne che subiscono continue violenze, persone diverse costantemente discriminate in nome della loro diversità.
estare i mutamenti climatici e per dare una svolta radicale a questo impulso di implosione al quale abbiamo condotto il nostro pianeta, in nome di un progresso sconsiderato e di un consumismo irragionevole. Nel nosrto piccolo ciascuno di noi, con semplici e piccoli gesti può dare un importante contributo ad un cambiamento di rotta che non può più esser rimandato. Utilizzare l'energia elettrica con buon senso e con notevole risparmio, anche di immissioni di gas serra, si può fare; utilizzare l'auto al meglio e magari munirsi di un'auto ibrida o a metano, si può fare; ottimizzare la raccolta differenziata dei rifiuti per incrementare il riciclaggio, si può fare; privilegiare nel nostro shopping prodotti ecosostenibili e con imballaggi ridotti al minimo rispetto ad altri lo si può fare; quanti ed altri piccoli gesti a "costo zero" potremmo ancora fare per aiutare il nostro pianeta a voltar pagina?
Sembra strano a dirsi, ma per motivi professionali la prima settimana di Ottobre ho dovuto recarmi a Napoli. Andare a Napoli per "uno di noi" è un pò come fare il capoplotone alla suola allievi carabinieri, per il capoplotone la prima cosa da fare è cercare di evitare di finire nelle barzellette, mentre per "uno di noi" la prima cosa da fare, arrivati a Napoli, e cercare di non far capire, a nessuno, che vieni dal nord........Impresa difficilissima! Come son sceso dal treno essendomi dimenticato di mettere un cappello lasciai trasparire sulla mia fronte l'imperdonabile scritta: " killo vene da Melano" e così ho subito trovato chi generosamente voleva sollevarmi dalla greve fatica di portare il peso della mia valigia offrendomi di portarsela "via" lui, chi voleva accompagnarmi a destinazione su di un taxi abusivo con tariffa estremamente conveniente pari a circa il triplo di quella normale, chi voleva cambiarmi con dei pezzi da 10€ (palesemente contraffatti) i miei pezzi da 50 e/o 100€ e via di seguito. Districandomi con la proverbiale abilità di un carabiniere in congedo, sono riuscito mio malgrado a raggiungere un taxista vero, salire sul taxi vero e farmi sparare il più infretta possibile al mio albergo. Li, chiusomi nella stanza, pregai San Gennaro dicendogli: " San Gennà, faciteme sta grazia fateme passà incolume sta settimana a Napule" "Sant Ambrogio, tu nun te 'ncazzà, che se torno vivo a Milano, ci sta un cero pure per te"...................Girando per le strade di questa meravigliosa città, ti accorgi però non solo di non sentirti in Italia, ma anche di trovarti proprio in un'altro mondo, del quale ignoravi l'esitenza e sopratutto del quale Piero ed Alberto Angela non ti avevano ancora raccontato nulla........Così ti accorgi anche che il caffè e la pizza sono davvero cose dell'altro mondo quaggiù a Napoli, come cose dell'altro mondo sono il mendicante seduto a terra sul marciapiede, che maldestramente nasconde una gamba fingendosi monco e che altrettanto maldestramente dal lato della gamba nascosta, assieme alla stampella, espone ( a mo di protesi) una gamba finta, di quelle che comunemente si trovano nelle vetrine dei negozi di abbigliamento femminile per promuovere calze in nylon o giarrettiere. Questo ci potrebbe anche stare, direte voi che siete abituati a ben altro, quello che invece è dell'altro mondo è che all'osservazione di un passante che garbatamente disse al mendicante: " signò ma vui tenite na gamba 'e femmena" quello seraficamente e con estrema tranquillità rispose: " kista aggie dovuto accattà era l'unica che ce stava all'ospedale". Ma la creatività e l'inventiva dei napoletani non finisce di stupire e di sorprenderti perfino nelle piccole cose, il mio albergo era in centro, a fianco del Municipio e subito dove finisce l'edificio del Municipio c'è un bar che si chiama semplicemente: "fuori dal comune"; vi garantisco che è vero e per chi dovesse andare a Napoli è lì da vedere. Il Napoletano è molto scaramantico per cui il cornino fa parte integrante del suo abbigliamento, ma il Napoletano è altrettanto intelligente per cui sa benissimo che il cornino è solo un oggetto frutto della superstizione e probabilmente non in grado di proteggierlo dalla malasorte e dalla sventura, comunque ad ogni buon conto fra il non averlo e l' averlo lui preferisce averlo.......a proposito il cornino in fotografia è quello che mi sono comprato e che da allora non smetto più di indossare......... Tutto a Napoli ha però comunque un profumo ed un sapore di magia, l'aria che respiri, l'atteggiamento della gente, la splendida sonorità della lingua che ti prende e ti coinvolge pensate per esempio a cosa possa diventare il verbo essere nella bocca di un Napoletano ve ne riporto alcuni esempi:
